Decalogo 1 (Dekalog, jeden - 55')

I - Non avrai altro Dio all'infuori di me

I primi inquilini del "quartiere" di Kieslowski sono Krzysztof e Pawel, padre e figlio, in sintonia non solo d'affetti ma pure di fiduciosa disponibilità al progresso scientifico. Guardano al loro computer come ad un riferimento sicuro: per progetti di lavoro, per risolvere i compiti di scuola, per calcolare lo spessore della superficie del lago gelato l vicino... Quando Pawel va con gli amici a pattinare, la tragedia incombe, ma sembra quasi esitare nel compiersi. Il ghiaccio si spezza mentre Krzysztof ancora alla ricerca del figlio nelle case dei parenti, degli amici: la macchina da presa, come il suo sguardo, si tengono lontani dalla riva del lago, dove i soccorsi stanno ormai operando. Poi, quando "tutto compiuto", egli si precipita, sconvolto, in chiesa. Inveisce, rovescia l'altare, ma non può impedire alla sua razionalità di confrontarsi con la suggestione del luogo sacro, né al suo ateismo di vacillare di fronte ad una spiritualità che dia risposte "all'infuori di sé".[e.l., 1990.] 199

 

Krzystof Kieslowski, Il Decalogo,1989.

Quest’opera del regista polacco, recentemente scomparso, pensata e girata per la televisione, è composta di dieci films, ognuno dei quali dedicato ad un comandamento.

Opera laica, ma piena di una grande tensione metafisica, indaga la fine dell’umanità: che essa viva in un anonimo quartiere di Varsavia o al centro di una metropoli non ha alcuna speranza di riscatto.
La trasgressione della Legge è comune a tutti. Solo l’arte redime, ma anch’essa soltanto nella finzione di un mondo parallelo, che non si invererà mai.
Dieci film, che attualizzano l’insegnamento biblico e che, senza voler insegnare alcuna morale, dimostrano che l’inferno è solo di questa terra.