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Si
tratta di una figura impossibile: la prima forma ambigua e paradossale
che incontriamo. É come se dal quadro, appoggiato alla parete,
prendesse vita un corpo fantasmatico, messo in moto unicamente dall’anarchia
creatrice dell’artista, senza più alcun rispetto per le leggi
e la logica della realtà. 2. Sul pavimento, in alto a destra, è
raffigurata una mela verde. Le sue dimensioni sono eccessive rispetto
a quelle della frutta in primo piano, ma questa dismisura è fatta
apposta per dare l’impressione che il pavimento non sia così
lontano e sembri collocato anch’esso alla stessa quota del tavolo.
Il portare avanti i piani di fondo costituisce un espediente accuratamente
perseguito per rompere definitivamente con la convenzionale e ordinata
prospettiva geometrica. 3. La frutta: Cézanne insisteva così
a lungo su un soggetto, che, molto spesso, dovendo raffigurare una natura
morta, la frutta che egli stava ritraendo cominciava ad alterarsi ed a
marcire.
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4.
La cipolla: ai due lati opposti rispetto alla statuina di gesso, compaiono
due cipolle, che, in un certo qual modo, acidificano il contenuto; la
scelta di questo ortaggio non è fatta a caso e sta quasi a suggerire
che ciò che stiamo vedendo in quest’immagine possiede qualcosa
di pungente ed infiammante per gli occhi.
L’arte, con i quattro artisti, che si liberano dall’influenza impressionista, Vincent Van Gogh, Paul Gauguin, Georges Seurat e lo stesso Cézanne, abbandona per sempre il suo debito con la bellezza, che non intende più rappresentare né simboleggiare. Ciò che interessa all’arte contemporanea è la difficoltà del vedere, del comprendere e del rappresentare. Gli occhi forse si ammalano, ma la visione profonda e mentale ne esce rafforzata. 5. La statuina, raffigurata al centro del
dipinto, era una copia in gesso di un originale, realizzato da un artista
ammirato da Cézanne. L’immagine della statuina è come
sottoposta ad una torsione, che ne altera la forma originaria. 6. Il dipinto in alto a destra, appoggiato
al pavimento, riproduce un’opera effettivamente eseguita da Cézanne,
raffigurante uno studio per una scultura di Michelangelo. 7. Il colore usato da Cézanne per
dipingere questo interno inquietante dello studio è ridotto a pochissimi
toni: il verde, che predomina su tutto (e il verde è sì
il colore delle foglie, ma anche quello della morte …), il rosso,
il giallo e il blu.
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Paul Cézanne, Natura morta con scultura in gesso di un amorino, 1894, olio su carta incollata su tavola, cm 70x57, Courtauld Institute Galleries, Londra. Paul Cézanne (Aix-en-Provence 1839-1906),
pur partendo da un’esperienza impressionista, giunge a risultati
completamente opposti, perché egli non cerca di ricavare delle
impressioni di realtà, ma, al contrario, di creare una sensazione
soggettiva e di evocare un concetto, un’idea, un pensiero: la realtà
viene quindi rappresentata non per come appare, ma per come può
essere pensata. 1. A sinistra in alto, distinguiamo un quadro
incorniciato, appeso alla parete, ma che non contiene alcuna immagine.
Subito sotto, appoggiato a terra è presente un altro dipinto, raffigurante
una natura morta, con due mele e un drappo blu. Si tratta di un’opera
fatta dall’artista nello stesso periodo; di essa se ne vede solo
un particolare. Un drappo blu esce dalla superficie di questo dipinto,
protendendosi in avanti, fino a coprire il tavolo, passando sotto al piatto
con le mele. |