1. Ciò che vediamo è il risultato finale di una serie di operazioni sottrattive di segni e di colori a partire dall’immagine originaria di un albero.
Dell’albero, la figura che stiamo osservando mantiene due elementi essenziali: la linea verticale del tronco e quella orizzontale dei rami.
Il significato di questa riduzione di una figura così complessa, come quella dell’albero, alla minimalità severa di un impianto a croce è da ricercarsi nelle motivazioni spirituali che muovono la ricerca di Mondrian: abbandonare il reale, per raggiungere la vera essenza superiore delle cose.
Questa vera essenza è simboleggiabile dalle due linee onnipresenti nella stessa realtà, ancorché non immediatamente visibili: la linea orizzontale della fisicità, della materia e della terra e quella verticale della metafisica, della spiritualità e dell’astrazione.
Albero grigio, 1912, olio su tela, cm 78,5x107,5, L’Aja, Gemeentemuseum.

2. La struttura compositiva del dipinto è costituita da una grande croce eccentrica, che distribuisce i campi in maniera asimmetrica: il quadrante superiore di destra è rosso, quello inferiore di sinistra è azzurro e delle due strisce rettangolari che rimangono, quella di base finisce con un piccolo campo giallo.

3. Le linee, che contengono i campi di colore, sono nere, pesanti, durissime. Sembrano quasi dei supporti metallici, che tengono insieme i vetri di una finestra antica. Non a caso, questi segni così rigidi e potenti sono stati, per l’appunto, paragonati ai binari di piombo delle vetrate gotiche del Medioevo. C’è, infatti, qualcosa di ieratico e di religioso in queste nere strutture implacabili e forti, come se la loro funzione fosse quella di impedire al colore di sciogliersi e di scivolare fuori dei loro contenitori.

4. I colori scelti da Mondrian sono ricondotti ai tre toni cosiddetti fondamentali o primari: il rosso, il giallo e l’azzurro.
Da sempre l’uomo ha attribuito ai colori dei significati simbolici, ed ogni epoca ne ha elaborato diverse interpretazioni psicologiche. Ai tempi di Mondrian si pensava che l’azzurro fosse il colore della meditazione, della riflessione e della pace interiore; il giallo il colore della solarità, della gioia di vivere e dell’eccitazione sensoriale; il rosso il colore della forza, del sangue e della potenza. Ora sappiamo che la questione del colore è culturalmente molto più complessa.

5. Lo stile realizzato da Mondrian trova confronto con gli oggetti di design prodotti da Gerrit Thomas Rietveld, di cui qui vediamo una celebre sedia, del 1923.
La linea di questo mobile è estremamente severa e tuttavia promana una strana allegria, come se questo oggetto nascondesse in sè tutta la freschezza dei mobili costruiti per gioco. Lo schienale è rosso, la panchina blu, nera la struttura contenitrice e gialle le sezioni dei listelli di legno.
Gerrit Thomas Rietveld, Multicolored Chair, 1917-18.


Piet Mondrian, Composizione con rosso, azzurro e giallo, 1930, olio su tela, cm 51x51, New York, collezione A. P. Bartos.

Piet Mondrian (1872, Amersfoort, Olanda - 1944, New York) fa parte del movimento olandese chiamato De Stijl, conosciuto anche con il nome di Neoplasticismo. L’intento di questo movimento, che raggruppava molti artisti, come Van Doesburg, scultori come Vantongerloo e architetti come Rietveld, era quello di combattere l’individualismo nell’arte e di realizzare una pittura di tipo oggettivo, abbandonando sfumature di colore, linee curve e riferimenti naturalistici.
L’arte di Mondrian, dopo un periodo figurativo, andrà facendosi sempre più astratta a partire dal 1910. Nel 1940 lascerà l’Olanda per rifugiarsi, a causa della guerra, a New York.
La sua pittura, a contatto con la vivacità della vita americana, perderà molto della sua severità, concedendosi ad una maggiore dinamica cromatica e strutturale.